Questo libro fa parte di un progetto – inaugurato nel 2010 con i due volumi Jazz is a woman e Speak jazzmen (ed. EDUCatt) – che raccoglie delle significative testimonianze sulla musica sotto forma di intervista in lingua originale dei jazzisti più celebri del mondo. Questa monografia, dedicata al jazz spagnolo e latino-americano, pone delle domande a schema fisso a molti dei protagonisti del genere – tra i quali Baca, Beilinson, Camilo, Colina, Delta, Dono, Fonseca, Galán, Jimenez, Lopez, Oviedo, Rivera, Saba, Serrano e molti altri – indagando sugli aspetti professionali, biografici, culturali e prettamente musicali che spaziano anche verso la riflessione filosofica sul genere.
La particolarità è che anche musicisti noti, più strettamente legati a generi popolari come ad esempio il flamenco, trovano nel jazz una forma di espressione musicale capace di sintetizzare più generi: «el jazz es una de las pocas músicas del siglo XX que puede dialogar con otros lenguajes sonoros, aceptarlos y reinventarlos de formas siempre nuevas y seductras». A questo proposito Paco de Lucía parla del jazz come una forma di arte contemporanea che permette di sperimentare la libertà in musica e di dare sfogo alla creatività. E sono molti i musicisti che vedono nel jazz una forma d'arte in quanto «forma d'expresión», come afferma Yara Beilinson. Tra i contaminatori del genere il pianista argentino Diego Schissi, legato al tango ma capace di travalicare gli schemi fissi perché l'unica cosa importante in musica è «que sea onesta, que refleje la humanidad de quienes la hacen. Y el tango es, antes que nada, música».
Tra gli interrogativi rivolti alcuni cercano risposta alla censura subita dal jazz ad opera delle dittature; a proposito Miguel Ángel Chastang ricorda che in Spagna franchista una legge vietava espressamente i ritmi «osceni e ossessivi» della batteria ed erano proibite le sincopi.
Il volume offre al lettore un panorama vario e ricco sulla musica jazz con riflessioni sulla situazione attuale della musica e testimonianze sul passato, offrendo diversi spunti di ascolto e approfondendo le carriere artistiche e le esperienze musicali dei protagonisti del jazz, che in questa occasione, suonano español.
Velania La Mendola
La particolarità è che anche musicisti noti, più strettamente legati a generi popolari come ad esempio il flamenco, trovano nel jazz una forma di espressione musicale capace di sintetizzare più generi: «el jazz es una de las pocas músicas del siglo XX que puede dialogar con otros lenguajes sonoros, aceptarlos y reinventarlos de formas siempre nuevas y seductras». A questo proposito Paco de Lucía parla del jazz come una forma di arte contemporanea che permette di sperimentare la libertà in musica e di dare sfogo alla creatività. E sono molti i musicisti che vedono nel jazz una forma d'arte in quanto «forma d'expresión», come afferma Yara Beilinson. Tra i contaminatori del genere il pianista argentino Diego Schissi, legato al tango ma capace di travalicare gli schemi fissi perché l'unica cosa importante in musica è «que sea onesta, que refleje la humanidad de quienes la hacen. Y el tango es, antes que nada, música».
Tra gli interrogativi rivolti alcuni cercano risposta alla censura subita dal jazz ad opera delle dittature; a proposito Miguel Ángel Chastang ricorda che in Spagna franchista una legge vietava espressamente i ritmi «osceni e ossessivi» della batteria ed erano proibite le sincopi.
Il volume offre al lettore un panorama vario e ricco sulla musica jazz con riflessioni sulla situazione attuale della musica e testimonianze sul passato, offrendo diversi spunti di ascolto e approfondendo le carriere artistiche e le esperienze musicali dei protagonisti del jazz, che in questa occasione, suonano español.
Velania La Mendola