L'esistenza quotidiana scorre ripetitiva e abitudinaria per Dodo, un bell'uomo sui 35 anni, ex sessantottino, per suo padre, un anziano "barone" universitario, per Silvia, moglie di Dodo, di ambigua e sfuggente sensualità. Sulla loro vita, che si svolge in una casa patrizia al centro di Roma, sui loro complessi ma "leggibilissimi" rapporti, passa lo sguardo attento e impietoso di Dodo attore prima che spettatore di se stesso. Spinto dall'imperativo intelletuale di osservare per conoscere, Dodo spia ciò che accade con lo sguardo gelido dello scienziato che segue le trasformazioni della materia. Così questo "indifferente" degli anni '80, ossessionato dal nucleare, assediato dall'Eros e dalle sue perversioni, osserva la realtà con distacco, subendola e subendosi, selezionando ciò che accade con la mente e rifiutandolo con i sentimenti. Un testo fondamentale nella narrativa di Moravia ricco di presenze attraenti, accondiscenti e memorabili
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