“Il politeismo, in questo libro, è in sostanza l’esistenza di conflitti inconciliabili tra ‘punti di vista’ fondamentali o, come avrebbe detto Max Weber, ‘valori’. Con il riferimento al ‘teismo’ nel vocabolo, si intende che i punti vista, in definitiva, sono credenze e non prospettive razionali. Ovviamente, qualcuno potrebbe riconoscere in questa definizione il cosiddetto ‘scontro di civiltà’ di Huntington, ma sarebbe un errore. Weber non intendeva con la parola politeismo il conflitto tra diverse religioni o culture, sostantivi astratti che in tal senso gli avrebbero fatto orrore, quanto tra prospettive inconciliabili all’interno di una stessa cultura (il riferimento privilegiato era al Kulturkampf, ovvero allo scontro tra cattolici e protestanti nella Germania di fine secolo). Mentre un Huntington finisce inevitabilmente – e grossolanamente – per identificare cultura e religione, per Max Weber l’intero Occidente stava diventando politeistico, in quanto incapace di offrire una prospettiva unificata ai suoi abitanti.”
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