È questo un libro sulla differenza femminile. Simone, Rachel, Hannah sono tre donne, diversamente grandi, che con il loro sguardo hanno illuminato le tenebre del Novecento e hanno saputo leggere il mondo. Tutte e tre hanno vissuto gli stessi anni di guerre, totalitarismi e barbarie. Hanno affrontato le tempeste e i momenti piú bui senza mai sottrarsi alla riflessione, all'impegno e alla ribellione. Simone e Rachel si sono sfiorate, Rachel e Hannah appena incontrate, eppure un forte quanto esile filo rosso ha intessuto la trama dei loro destini. Tutte e tre si sono confrontate con i grandi temi della violenza e del potere, ognuna secondo la propria indole e mettendo in campo la propria biografia. Simone, Rachel, Hannah hanno scritto e trattato i propri testi come se fossero sogni, scritture della mente e del cuore, personalissime elaborazioni dell'atto di vivere che tratteggiano una strada verso l'esistenza. E sono arrivate a toccare la materia pulsante della vita. Simone Weil, la piú «strana» del gruppo, né brutta né bella, insolente e tenera, ardita e timida insieme. Fin da bambina si esercita al sacrificio, al digiuno e rifiuta i privilegi della sua classe. Non prende piú lo zucchero quando sa che scarseggia per la povera gente, non porta le calze d'inverno, perché non tutti ce l'hanno. È intransigente e radicale, a costo di apparire ridicola. Ha una sincera aspirazione di giustizia. Ha bisogno di verità, un bisogno fanatico. Muore il 24 agosto del 1943, a soli trentaquattro anni, nel sanatorio di Ashford. Rachel Bespaloff è la piú misteriosa, la piú segreta, sfuggente e riservata. Non ha titoli accademici, è priva di riconoscimenti, se non all'interno di una cerchia di filosofi di cui si sente sorella e amica. Tutto in lei è obliquo. Rachel è straniera, nomade, autodidatta. È una donna di una bellezza patetica che suona benissimo il pianoforte, si nutre di libri e scrive continuamente, in controcanto. Perché di tutto quello che accade attorno a lei e di tutto ciò che legge si sente chiamata a rispondere. Muore suicida nell'aprile del 1949. Hannah Arendt è la piú conosciuta delle tre. Forse la piú forte, certo la piú fortunata. Sfrontata e, a volte, arrogante in pubblico, in privato è gentile e attenta. Fedele e profonda nell'amicizia. Scrive e riflette sempre a voce e testa alta. Delle voci di queste tre donne Nadia Fusini si fa cassa di risonanza, restituendocene, con intelligente vicinanza, le storie, il pensiero, la vita.
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