«Questa mattina ho cavato dal tino chiuso il vostro vino particolare, il quale caro Maestro è molto buono: color chiaro ingranata; sapore eccellente e brusco giusto, senza il più piccolo odore di legno come nei passati anni; è un vino perfetto e buono assai; gl’uomini e Guerrino mi dicono che mai il vino vostro è riescito così buono».
Da una lettera del fattore
di Sant’Agata a Giuseppe Verdi
Il ritratto di un Verdi edonistico: amante del vino e della cucina, incline ai piaceri della vita, attento alla salute del corpo e alla felicità dei sensi.
Verdi e i piaceri della vita.
Verdi e il vino, prima di tutto. Forse pochi sanno che il Maestro lo amava profondamente: il padre Carlo gestiva una piccola osteria con rivendita di vini, e la stessa attività esercitava la famiglia della madre. Quando gli arrise la fortuna economica, nella tenuta di Sant’Agata il Maestro impiantò un’ampia vigna.
Verdi e la cucina. Forse non ghiotto come Rossini, ma ugualmente attratto dai piaceri del cibo: leggendario il suo amore per la Spalla di San Secondo.
Verdi e le donne. Altra vera passione del Maestro, anche se coltivata con molta discrezione: fino a quel curioso menage a tre, con la Strepponi e la Stolz, in cui il Maestro si rivela uomo anticonformista e moderno.
E infine Verdi e la salute: con un capitolo sul rapporto fra il Maestro e Montecatini, la sua vacanza prediletta, in cui sapeva rinfrancare il corpo e lo spirito.
Scritto, nell’occasione del centenario verdiano, con un agile piglio giornalistico – ma solidamente documentato sulle fonti principali della biografia verdiana, le lettere del Maestro – questo volume mancava nella smisurata bibliografia sul grande Bussetano.
Un libro da gustarsi pagina per pagina, magari accompagnato da un buon bicchiere di vino. E dalle note di Verdi in sottofondo, naturalmente.
Da una lettera del fattore
di Sant’Agata a Giuseppe Verdi
Il ritratto di un Verdi edonistico: amante del vino e della cucina, incline ai piaceri della vita, attento alla salute del corpo e alla felicità dei sensi.
Verdi e i piaceri della vita.
Verdi e il vino, prima di tutto. Forse pochi sanno che il Maestro lo amava profondamente: il padre Carlo gestiva una piccola osteria con rivendita di vini, e la stessa attività esercitava la famiglia della madre. Quando gli arrise la fortuna economica, nella tenuta di Sant’Agata il Maestro impiantò un’ampia vigna.
Verdi e la cucina. Forse non ghiotto come Rossini, ma ugualmente attratto dai piaceri del cibo: leggendario il suo amore per la Spalla di San Secondo.
Verdi e le donne. Altra vera passione del Maestro, anche se coltivata con molta discrezione: fino a quel curioso menage a tre, con la Strepponi e la Stolz, in cui il Maestro si rivela uomo anticonformista e moderno.
E infine Verdi e la salute: con un capitolo sul rapporto fra il Maestro e Montecatini, la sua vacanza prediletta, in cui sapeva rinfrancare il corpo e lo spirito.
Scritto, nell’occasione del centenario verdiano, con un agile piglio giornalistico – ma solidamente documentato sulle fonti principali della biografia verdiana, le lettere del Maestro – questo volume mancava nella smisurata bibliografia sul grande Bussetano.
Un libro da gustarsi pagina per pagina, magari accompagnato da un buon bicchiere di vino. E dalle note di Verdi in sottofondo, naturalmente.