Il 29 marzo 2010, nel corso di un'udienza privata, Benedetto XVI ha affidato a Rino Fisichella, già vescovo ausiliare di Roma e rettore della Pontificia università lateranense, un incarico che, nella sua apparente semplicità di enunciazione, avrebbe sconcertato chiunque: la presidenza di un dicastero per la «nuova evangelizzazione» del mondo occidentale. Una sfida senza pari accettata da monsignor Fisichella con l'entusiasmo e la responsabilità di chi ha passato trent'anni della propria vita a studiare, insegnare, scrivere su come presentare il cristianesimo all'uomo di oggi, ed è capace di cogliere nella sua essenzialità la decisione del Pontefice. L'incarico, reso pubblico, non mancò di suscitare più di un interrogativo: perché la fede cristiana ha bisogno di una nuova evangelizzazione, cioè di un nuovo annuncio? Che cosa è mutato o sta mutando nel mondo perché si renda necessaria una simile impresa? E quali sarebbero potuti essere i suoi contenuti e i suoi metodi? Oggi Rino Fisichella è in grado di tracciare con chiarezza le linee portanti del nuovo annuncio. «Ci troviamo alla conclusione di un'epoca che obbliga a prendere in seria considerazione il nuovo che si staglia all'orizzonte » scrive facendo eco alle parole di Benedetto XVI: «Nel nostro tempo uno dei tratti singolari è stato il misurarsi con il fenomeno del distacco dalla fede, che si è progressivamente manifestato presso società e culture che da secoli apparivano impregnate dal Vangelo». Dio si è eclissato sull'orizzonte occidentale, ha perso la sua centralità, con la conseguenza che l'uomo stesso ha perso il proprio posto all¿interno del creato e della società. Ma perché una «nuova evangelizzazione » non corra il rischio di apparire una formula astratta occorre evidenziarne i contenuti e gli ambiti. Il contenuto principale, facendo propria l'affermazione biblica, è «Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre»; i suoi luoghi più immediati sono la catechesi, la liturgia, la carità, l'ecumenismo, l'immigrazione, la comunicazione. Di fronte a una visione nichilista della realtà si presenta quindi l'esigenza di mettere a punto un nuovo umanesimo e in tale prospettiva sempre più necessaria nello sviluppo della civiltà diviene l'opera dei cristiani. Un compito titanico, una sfida a cui la Chiesa non può sottrarsi.
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