Lo vidi seduto a una scrivania dietro la finestra, in giacca e cravatta, con la testa piena di capelli neri, china sui curriculum. Già da qualche metro si sentiva il suo profumo, inebriante, da grande uomo d’affari: i peggiori. Ma non mi spaventai, lo avrei affrontato. Mi avvicinai alla scrivania, alzò la testa e incontrai un paio di occhi verde mare; il taglio era appena orientale, il naso perfetto, la bocca piena. Credo di non aver detto neppure Buongiorno, era lui, Alex Green. [...] All’epoca di Sorrento lui aveva già i suoi venti anni ed era amato e osannato dalle mie cugine, dalle vicine, dalle mie amiche, dalle zie sposate... insomma, se c’era una donna, l’osannava!
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