“Questo libro non è un’opera di fantasia. È un colloquio dell’autore con suo fratello morto. L’autore, scrivendo, cercava consolazione.”
Inizia così l’opera più intima di Pratolini, dedicata al difficile rapporto con il fratello perduto. Orfani di madre, i due bambini vengono presto separati: Vasco resta nell’umile casa paterna, Dante cresce nella dimora del Barone dove, ribattezzato Ferruccio, vive come “in un acquario – senza sbucciature ai ginocchi, senza segreti né scoperte”. Ancorati a mondi troppo distanti, divisi da rancori sempre più indicibili i fratelli restano due estranei. Finché, alla morte del Barone, Ferruccio deve lasciare il mondo dorato che lo aveva risucchiato per capriccio e l’argine che ha tenuto separati lui e Vasco crolla. Con esiti imprevedibili e drammatici. Piccolo classico che tratteggia con sofferta onestà la complessità degli affetti famigliari, il romanzo è al tempo stesso un canto all’innocenza spezzata, straordinaria prova d’autore di un maestro del Novecento.
Inizia così l’opera più intima di Pratolini, dedicata al difficile rapporto con il fratello perduto. Orfani di madre, i due bambini vengono presto separati: Vasco resta nell’umile casa paterna, Dante cresce nella dimora del Barone dove, ribattezzato Ferruccio, vive come “in un acquario – senza sbucciature ai ginocchi, senza segreti né scoperte”. Ancorati a mondi troppo distanti, divisi da rancori sempre più indicibili i fratelli restano due estranei. Finché, alla morte del Barone, Ferruccio deve lasciare il mondo dorato che lo aveva risucchiato per capriccio e l’argine che ha tenuto separati lui e Vasco crolla. Con esiti imprevedibili e drammatici. Piccolo classico che tratteggia con sofferta onestà la complessità degli affetti famigliari, il romanzo è al tempo stesso un canto all’innocenza spezzata, straordinaria prova d’autore di un maestro del Novecento.