Milano, novembre di un futuro prossimo. Su un balcone del Teatro alla Scala viene assassinato il direttore d’orchestra che avrebbe dovuto dirigere la Prima, la mitica e mondana serata del 7 dicembre. L’opera in programma è L’Arianna di Monteverdi, il cui manoscritto, dato a lungo per disperso, è stato ritrovato da poco. Il titolo gode di fama iettatoria e già ai tempi nei tempi antichi aveva portato sciagure. Una nuova tragedia avvolge così la prima opera tragica della storia. Ma questa Arianna sopravvissuta alla morte è davvero l’originale del 1608? O il manoscritto è un banale falso che potrebbe essere smascherato dall’ascolto? Manca solo un mese all’inaugurazione, la situazione è drammatica, ma la macchina teatrale non si può fermare. Se non si salva lo spettacolo, l’onore della Scala è in gioco. Incaricato delle indagini, è Abdul Calì, commissario arabo-siciliano, che non ha mai messo piede nel tempio della musica Dovrà inventarsi i metodi per dipanare la matassa dove si annodano fosche passioni da palcoscenico, invidie, nervosismi, reticenze, interessi erotici ed economici. Un’immersione nel più sovraeccitato narcisismo artistico, quello dell’opera lirica, dove le star non si placano mai. Un mondo popolato di astute primedonne al cui confronto ogni altro artista è un figurante. Insensibili al sangue versato alla vigilia della prima, si nascondono fino all’ultimo all’ombra dell’ipocrita necessità dello show must go on.
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