Chi è Elena Ferrante? Una donna? Un uomo? Un gruppo di scrittori che da oltre un ventennio pubblicano a turno, o collaborando insieme, con questo pseudonimo? Oppure una scrittrice capace di rovesciare come un guanto i propri temi per renderli attualissimi, nel metodo e nel merito?
Scomparse e tentativi di cancellazione di tutta un’esistenza, isolamenti micidiali, madri e figlie tormentate, genialità proprie e delle amiche, sororanze deleterie e ambivalenti: materia ferrantiana, segni persistenti con cui l’autrice rende riconoscibile un’Italia al femminile nient’affatto risaputa, che dagli anni Cinquanta arriva ai giorni nostri con tutte le contraddizioni del caso.
Frantume dopo frantume, ambivalenza per ambivalenza, l’opera di Elena Ferrante insiste come un’ingiunzione. Ostinata, prepotente, vitale.
Scomparse e tentativi di cancellazione di tutta un’esistenza, isolamenti micidiali, madri e figlie tormentate, genialità proprie e delle amiche, sororanze deleterie e ambivalenti: materia ferrantiana, segni persistenti con cui l’autrice rende riconoscibile un’Italia al femminile nient’affatto risaputa, che dagli anni Cinquanta arriva ai giorni nostri con tutte le contraddizioni del caso.
Frantume dopo frantume, ambivalenza per ambivalenza, l’opera di Elena Ferrante insiste come un’ingiunzione. Ostinata, prepotente, vitale.