il costume di casa
Questo libro è stato scritto all’inizio degli anni ’70 ma gli eventi e le opinioni di cui parla mantengono un interesse del tutto attuale. Il telegiornale, i discorsi dei politici, la sentenza Braibanti, i testi degli autori a proprie spese, il linguaggio pubblicitario, i miti della persuasione di massa, il sottobosco della stampa devozionale, i feticci artistici, il Kitsch quotidiano, l’industria della cultura di destra, il fumetto fascista, le follie del militarismo, l’ipocrisia moderata, lo squallore dell’etica e dell’estetica piccolo-borghese, le illusioni degli intellettuali, la presenza della contestazione giovanile, la tolleranza repressiva, la repressione tollerante e le repressioni selvagge, l’Italia degli anni ’60 nelle pieghe del suo costume quotidiano e nei richiami alle tare intemporali dell’Italia di sempre, questi e cento altri aspetti della nostra quotidianità vista in controluce costituiscono l’oggetto di quella curiosità scettica e dissacratoria con cui Umberto Eco ha condotto il suo discorso “militante” sulle colonne dell’“Espresso”, in particolare, e di altre riviste o giornali.
Questo libro è stato scritto all’inizio degli anni ’70 ma gli eventi e le opinioni di cui parla mantengono un interesse del tutto attuale. Il telegiornale, i discorsi dei politici, la sentenza Braibanti, i testi degli autori a proprie spese, il linguaggio pubblicitario, i miti della persuasione di massa, il sottobosco della stampa devozionale, i feticci artistici, il Kitsch quotidiano, l’industria della cultura di destra, il fumetto fascista, le follie del militarismo, l’ipocrisia moderata, lo squallore dell’etica e dell’estetica piccolo-borghese, le illusioni degli intellettuali, la presenza della contestazione giovanile, la tolleranza repressiva, la repressione tollerante e le repressioni selvagge, l’Italia degli anni ’60 nelle pieghe del suo costume quotidiano e nei richiami alle tare intemporali dell’Italia di sempre, questi e cento altri aspetti della nostra quotidianità vista in controluce costituiscono l’oggetto di quella curiosità scettica e dissacratoria con cui Umberto Eco ha condotto il suo discorso “militante” sulle colonne dell’“Espresso”, in particolare, e di altre riviste o giornali.