Mettere insieme una classe di analfabeti per avere lo stipendio che una vecchia legge assegna ai “maestri magri”, quei diplomati che non riescono a insegnare per penuria di allievi: questo il piccolo sogno che spinge Ariosto Aliquò, detto Osto, a lasciare la Sicilia per una terra ancora più povera, il Polesine, dove incontra Ines, moglie di un disperso in guerra. Attraverso l’avventura di Osto e Ines, due “irregolari” costretti a trasferirsi nel frenetico anonimato di un palazzone della cintura torinese, Gian Antonio Stella ci racconta la storia dell’Italia intera del secondo dopoguerra, in bilico tra il dolore per la distruzione, l’entusiasmo per la ricostruzione e il presagio del boom economico. Un’umanità così eterogenea e reale da sembrare inventata; episodi fantastici presi dai cinegiornali, dalle cronache di provincia e dalle riviste. Paradossi confermati dallo stesso Stella quando fa dire a un suo personaggio: “A volte la realtà ha troppa fantasia”.
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