“Le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire, specialmente sui giornali, un argomento a parte: come lo sport, la politica e il bollettino meteorologico.” Così Oriana Fallaci nella premessa a Il sesso inutile, il primo libro che pubblica con Rizzoli, nel 1961. L’anno precedente, inviata de “L’Europeo”, è in Oriente per un’inchiesta sulla condizione delle donne. A Karachi assiste al matrimonio di una sposa bambina; in Malesia conosce le matriarche che vivono nella giungla; a Hong Kong le cinesi non hanno più i piedi fasciati ma le Intoccabili abitano ancora sulle barche, senza mai scendere a terra; a Kyoto affronta il mistero delle geishe. Il viaggio si conclude a New York, dove il progresso ha reso più facile la vita delle donne costringendole a confrontarsi con “un mondo di uomini deboli, incatenati a una schiavitù di cui non sanno liberarsi”.
Un reportage memorabile, capace di restituirci un mondo oggi non sempre avvicinabile, colto con decenni di anticipo dallo sguardo profondo, sicuro e lungimirante di una grande scrittrice.
Un reportage memorabile, capace di restituirci un mondo oggi non sempre avvicinabile, colto con decenni di anticipo dallo sguardo profondo, sicuro e lungimirante di una grande scrittrice.