L’11 settembre ha inaugurato una nuova era, quella del «terrorismo globale», conseguenza logica, e prevedibile, della pretesa dell’Occidente di ridurre a sè l’intero esistente.
Ma il «migliore dei mondi possibili» si rivela un modello paranoico, basato sull’ossessiva proiezione nel futuro, dove l’individuo non può mai trovare un punto di equilibrio e di pace. Nella ricerca inesausta del Bene, anzi del Meglio, l’uomo occidentale si è creato il meccanismo perfetto e infallibile dell’infelicità. E lo sta esportando ovunque. Il «terrorismo globale» non farà che confermare e rafforzare il delirio occidentale dell’unico modello mondiale, il suo. E lo scontro del futuro non sarà più fra destra e sinistra, fra un liberalismo trionfante e un marxismo morente — due facce in realtà della stessa medaglia — ma fra le leadership, politiche, economiche, intellettuali, schierate a favore della Modernità e le folle, deluse, frustrate, esasperate e violente, di ogni mondo, che avranno smesso di crederci.
Ma il «migliore dei mondi possibili» si rivela un modello paranoico, basato sull’ossessiva proiezione nel futuro, dove l’individuo non può mai trovare un punto di equilibrio e di pace. Nella ricerca inesausta del Bene, anzi del Meglio, l’uomo occidentale si è creato il meccanismo perfetto e infallibile dell’infelicità. E lo sta esportando ovunque. Il «terrorismo globale» non farà che confermare e rafforzare il delirio occidentale dell’unico modello mondiale, il suo. E lo scontro del futuro non sarà più fra destra e sinistra, fra un liberalismo trionfante e un marxismo morente — due facce in realtà della stessa medaglia — ma fra le leadership, politiche, economiche, intellettuali, schierate a favore della Modernità e le folle, deluse, frustrate, esasperate e violente, di ogni mondo, che avranno smesso di crederci.