L’ufficio come luogo di alienazione per eccellenza: ambiente malsano e competitivo, coacervo di paranoie e paure, motore di dinamiche che possono portare alla follia. In questo romanzo dalle atmosfere kafkiane, il protagonista, Björn, ci racconta nel dettaglio i suoi primi giorni in un nuovo ambiente di lavoro, e la scoperta fortuita, tra i bagni e l’ascensore, di una «stanza» misteriosa, stranamente inutilizzata e in perfetto ordine. Björn è incapace di integrarsi a causa di una congenita refrattarietà ai rapporti personali, unita alla consapevolezza di essere migliore degli altri e al desiderio di fare carriera. Trova allora utile e rilassante rifugiarsi sempre più spesso nella stanza, al riparo dagli opprimenti meccanismi d’azienda. Una stanza che, chissà come mai, nessuno dei suoi colleghi ha mai visto o sentito nominare. Con una scrittura asciutta e incisiva, cambi di prospettiva e colpi di scena destabilizzanti, Jonas Karlsson ha scritto un romanzo perfetto sulla percezione distorta della realtà e sull’ansia legata al lavoro moderno. Un libro sorprendente e drammaticamente attuale. La stanza mette in mostra tutte le qualità di uno degli scrittori europei più promettenti degli ultimi anni.
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