La Steppa è lo spazio selvaggio che si spalanca al confine della civiltà. Solo che il confine è molto sottile, e vicino: è la striscia d'asfalto che separa il paese di Arimiate dalla desolazione. Qui, nella notte, si muovono gruppi di disperati, emarginati da una società decaduta ma decisa a preservare un illusorio benessere blindandosi nei supercondomini asettici che continuano a fiorire ai margini della statale. La crisi economica è ormai una malattia endemica, che lascia sul campo capannoni sventrati e fabbriche abbandonate, corrodendo ogni frammento di bellezza e di solidarietà.
In questo spazio apocalittico, eppure terribilmente famigliare, vive il protagonista, ancora ragazzino quando questa storia ha inizio. Insieme a Zeno e ad Aili, due compagni di scuola, forma una stralunata famiglia. Zeno è forte, deciso e coraggioso: è tutto ciò che lui sente di non essere. Aili è la ragazza più strana e meravigliosa che abbia mai visto: ha lunghi capelli bianchi, è sfrontata, dolce, unica. Poi qualcosa di inimmaginabile accade e, insieme all'innocenza, si porta lontano Zeno e Aili. Il protagonista rimane solo a fare da testimone all'avanzata della Steppa e alla follia dei suoi concittadini, che si organizzano in squadriglie armate, i centoneri, e compiono spedizioni punitive. Mettersi contro i centoneri significa morire. Eppure la fiammella della resistenza e della speranza non si spegne nemmeno quando tutto sembra perduto...
In questo romanzo visionario e potente, Sergio Baratto porta all'estremo le conseguenze del deserto culturale, economico e morale che sentiamo avanzare lungo i nostri giorni. In luoghi che assomigliano a quelli in cui ci muoviamo ogni giorno, incontriamo personaggi che hanno la forza e la disperazione autentica dei drop out che abitano accanto a noi. La Steppa è un romanzo carico di implicazioni etiche, e al tempo stesso è la storia di una amicizia radiosa come l'adolescenza, e di un amore assoluto e impossibile.