Terra degli Angli, Anno del Signore 866. Quello che un giorno diventerà il regno d’Inghilterra è ancora una terra divisa in piccoli territori guidati da sovrani barbarici, appena convertiti al cristianesimo. La grandezza di Roma è un ricordo lontano e tra foreste, nebbie e terre spazzate da venti gelati ancora echeggiano leggende di portenti e antichi dèi. E dal mare giungono strane navi dalle polene simili a draghi, le murate ornate di scudi: portano uomini feroci, vichinghi – che significa pirati –, guerrieri del Nord, danesi soprattutto. Sono venuti per razziare, uccidere, distruggere ma anche conquistare. Il giovane Uhtred, erede al titolo di aldermanno di Bebbanburg, dopo la morte del padre viene adottato dal re normanno Ragnar: nel giro di pochi anni impara il valore del suo coraggio, apprende a battersi e ad andare per mare, conosce l’amore della selvaggia Brida e diventa per Ragnar come un figlio. Ma l’intrigo, la passione e infine il tradimento riportano Uhtred dal suo vecchio precettore Beocca, che lo presenta all’unico sovrano in grado di opporsi all’orda degli uomini del Nord: Alfredo, che un giorno verrà chiamato il Grande, è un uomo instabile di salute ma dotato di animo acuto, che intuisce quanto gli può essere utile Uhtred. Per riconquistare il suo titolo, Uhtred comincia una seconda esistenza sotto il segno di Dio e dell’ultimo re libero degli Angli. Ma prima di poter vincere la definitiva battaglia lo aspetta ciò che ha sempre temuto e al tempo stesso atteso, per diventare un vero guerriero: affrontare il nemico in campo aperto, nel Muro di Scudi, la prova suprema per un uomo d’arme dell’alto Medioevo.
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