Salutato fin dal suo apparire, nel 1873, da un eccezionale successo di pubblico, Il giro del mondo in 80 giorni è forse ancora oggi il romanzo più famoso e amato di Jules Verne: il flemmatico, inscalfibile, metodico Phileas Fogg e il suo fedele cameriere Passepartout formano un’indimenticabile coppia ormai stabilmente entrata a far parte dell’immaginario di intere generazioni di lettori (giovani e non), affascinati – anzi, “sedotti”, come scrisse Jean Cocteau, che di questo libro fu un fervente ammiratore – dalla pirotecnica girandola di avventure nei luoghi più disparati del globo, che la fantasia dello scrittore riesce a rendere meravigliosamente “possibili”, trasmettendoci la stessa formidabile euforia dei suoi personaggi.
«Phileas Fogg era di quelle persone matematicamente esatte che non hanno mai fretta e sono sempre pronte, economizzano i loro passi e i loro movimenti; non faceva mai un passo lungo più del necessario e sceglieva sempre la strada più breve; non si permetteva nessun gesto superfluo; non lo si era mai visto né commosso, né agitato.»
«Phileas Fogg era di quelle persone matematicamente esatte che non hanno mai fretta e sono sempre pronte, economizzano i loro passi e i loro movimenti; non faceva mai un passo lungo più del necessario e sceglieva sempre la strada più breve; non si permetteva nessun gesto superfluo; non lo si era mai visto né commosso, né agitato.»